Nei giorni scorsi, ennesimo rogo di rifiuti di ogni genere a Cagliari, stavolta nel campo abusivo rom di Via San Paolo.
Il campo abusivo era stato finalmente sgomberato qualche ora prima dopo che anni di lassismo l’avevano lasciato diventare una vera e propria discarica abusiva con modi illeciti si smaltimento dei rifiuti.
I roghi sono stati domati con grande difficoltà e pericolosità da parte dei Vigili del Fuoco, che hanno messo in sicurezza anche 50 bombole di gpl e una decina di acetilene.
Un vero disastro ambientale, di origine dolosa (sono stati trovati una dozzina di inneschi).
Non sono certamente venuti dal Giappone per appiccare il fuoco, ma certe dichiarazioni (“cercheremo senza sosta i 4 scemi responsabili di questo scempio per assicurarli alla giustizia. Perché la pacchia è finita”) il sindaco Paolo Clint Eastwood Truzzu può anche risparmiarsele.

Perché a Cagliari la pacchia per chi da fuoco ai rifiuti per affari illeciti dura da decenni: dal campo nomadi comunale sulla S. S. n. 554, sequestrato dalla magistratura (2012) dopo numerose denunce ecologiste, anni di silenzi comunali e sprechi di soldi pubblici, al campo nomadi abusivo presso la S. S. n. 554, anch’esso sequestrato dalla magistratura dopo numerose denunce ecologiste e ora in attesa dell’udienza G.I.P. per il rinvio a giudizio.
Presso lo stesso campo nomadi abusivo di Via S. Paolo nell’agosto 2020 ci furono roghi di rifiuti impuniti.
Anni di pacchia durante i quali l’Amministrazione comunale di Cagliari non ha particolarmente brillato per attivismo, nonostante i suoi residenti – soprattutto dei quartieri di Mulinu Becciu e di San Michele – venissero regolarmente affumicati dai fumi tossici.
Forse una discreta sorveglianza dopo l’avvenuto sgombero avrebbe evitato il rogo, il pericolo, l’inquinamento e – di sicuro – una spesa molto maggiore per la necessaria bonifica ambientale.
Magari una riflessione in proposito sarebbe doverosa. O no?
Gruppo d’Intervento Giuridico odv
A.N.S.A., 22 ottobre 2021
Fiamme alte in baraccopoli sgomberata, ipotesi rogo doloso.
Cagliari, esplosioni e fumo denso per tutta la notte.
Un inferno di fuoco, fiamme altissime visibili a chilometri di distanza, esplosioni a ripetizione e una fitta coltre di fumo che ha avvolto tutta l’area.
È quanto accaduto ieri notte nella ex baraccopoli di via San Paolo a Cagliari.
Poche ore dopo lo sgombero è divampato un rogo che ha avvolto i cumuli di rifiuti e le macerie di quanto restava della baracche.
La polizia municipale di Cagliari ha avviato le indagini e l’ipotesi più avvalorata resta quella dolosa. Gli agenti, coordinati dal comandante Guido Calzia hanno recuperato le riprese delle telecamere di videosorveglianza della zona e, nelle prossime ore, visioneranno i filmati che hanno ripreso le varie fasi dell’incendio e potrebbero aver immortalato anche chi lo ha appiccato. Ma non solo. La polizia locale sta anche sentendo i residenti della zona che potrebbero aver notato qualche cosa. Infine si attende la relazione conclusiva dei vigili del fuoco che potrebbe fornire ulteriori elementi utili alle indagini.
Le fiamme sono divampate dieci minuti prima delle 22. Nel giro di breve tempo il fuoco si è propagato avvolgendo ogni cosa. I residenti della zona hanno prima sentito alcune esplosioni e poi si è sollevata una fitta coltre di fumo densissimo e nauseabondo che ha coperto il cielo sopra Santa Gilla. Sul posto sono subito arrivate due squadre dei vigili del fuoco, la polizia municipale e gli agenti della squadra volante. Via San Paolo è stata chiusa al traffico per consentire le operazioni di spegnimento. Il lavoro dei vigili del fuoco non è stato assolutamente facile a causa della presenza tra le macerie e i rifiuti di bombole di Gpl e acetilene, ma anche per le linee della media tensione che si trovano sopra l’area.
Per tutta la notte i vigili del fuoco, anche con l’ausilio di una autobotte arrivata dal distaccamento aeroportuale, hanno lavorato per spegnere il rogo. L’intervento non è ancora concluso. Anche questa mattina i vigili del fuoco stanno spegnendo gli ultimi focolai e mettendo in sicurezza l’area. Via San Paolo è ancora chiusa.
Rogo baraccopoli: spenti ultimi focolai, parametri aria ok.
Rassicuranti le prime analisi dell’Arpas sugli inquinanti.
Sono terminate nella tarda serata di ieri le operazioni di spegnimento dei focolai attivi e messa in sicurezza di tutta l’area dell’ex baraccopoli di via San Paolo, a Cagliari, devastata da un gigantesco rogo doloso appiccato nella notte tra giovedì e venerdì poche ore dopo lo sgombero del campo.
Sul posto, insieme a numerose squadre dei vigili del fuoco, ha operato anche un nucleo speciale che con le macchine di movimento terra ha spostato i vari materiali bruciati, consentendo di spegnere anche gli ultimi focolai.
Nell’area i pompieri hanno rinvenuto e messo in sicurezza oltre 50 bombole di Gpl e una decina di bombole di acetilene.
Ben 12 gli inneschi individuati dai vigili del fuoco, che nei prossimi giorni potrebbero effettuare nuovi sopralluoghi in via San Paolo: qualcuno ha voluto distruggere tutto quello che era rimasto all’interno dell’area dopo lo sgombero. Un’azione che ha messo in allarme l’intera città, perchè il fumo nauseabondo e potenzialmente nocivo sprigionatosi dall’incendio è stato avvertito dal centro alla periferia per molte ore.
L’Arpas ha raccolto i dati della centralina attiva sul molo Sabaudo del porto dalla quale, fortunatamente, non si registrano superamenti dei limiti di legge per la qualità dell’aria. “I parametri sono molto al di sotto”, rassicura in un colloquio con l’ANSA il direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, Alessandro Sanna. Nessuna preoccupazione, quindi, per sostanze come anidride solforosa, ossido di carbonio, biossido di azoto, PM10 e PM 2,5. Si attendono adesso i dati dei campionamenti effettuati dai tecnici dell’Arpas nell’area dell’incendio e quelli relativi alle possibili ricadute al suolo di diossina.
Nel frattempo proseguono le indagini della Polizia municipale per individuare gli autori del rogo. “Stiamo analizzando attentamente i filmati della videosorveglianza – spiega il comandante Guido Calzia – il materiale è tanto, stiamo lavorando a blocchi in modo da verificare tutte le riprese”.
(foto per conto GrIG, archivio GrIG)