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Chi sono gli incendiari?

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Oniferi, innesco incendio (da pagina FB Stefania Piras, 27 luglio 2021)

In Italia, nel Mezzogiorno soprattutto, boschi e campagne vanno a fuoco per negligenza e scarsa prevenzione, ma in primo luogo vanno a fuoco perché c’è chi volontariamente appicca il fuoco.

Il XX Rapporto annuale sugli incendi boschivi in Europa, Nord Africa e Medio Oriente (Joint Research Centre, Commissione europea, 2020) afferma, in sostanza, che il 57% degli incendi sono stati causati dall’azione dolosa umana. Le altre cause (14%) sono riconducibili per lo più alle pratiche agricole e/o forestali. Circa il 2% degli incendi sono dovuti a cause naturali fondamentalmente fulmini). Per il restante 27% non è stato possibile individuare una causa certa. 

Il 41% dei punti di innesco, negli incendi boschivi, sono localizzati all’interno delle foreste. Il 14% degli incendi si innesca in aree coltivate e sottoposte al pascolo. Il 19% dei punti di innesco si trova in aree non coltivate. Il 24% degli inneschi è localizzato nelle vicinanze di reti stradali. Per il restante 2% si tratta di cause non definite e denominate come “altre cause”.

parco naturale Molentargius – Saline, incendio notturno (luglio 2019)

La causa umana è di gran lunga prevalente in Italia, eppure la legge n. 353/2000 e s.m.i. vieta (art. 10) il cambio di destinazione d’uso di boschi e pascoli percorsi dal fuoco per 15 anni, vieta la trasformazione edilizia per 10 anni (salvo la “realizzazione sia stata prevista in  data  precedente  l’incendio  dagli  strumenti urbanistici vigenti a tale data”), vieta il pascolo e la caccia per 10 anni, vieta il rimboschimento con fondi pubblici per 5 anni.

Allora chi è il delinquente che appicca volontariamente il fuoco?  Vediamo che cosa emerge dalle cronache.

Certamente vale la presunzione di innocenza fino alla condanna definitiva passata in giudicato, ma Giuseppe Fenu, 53 anni, algherese, è stato arrestato il 2 agosto 2021 su disposizione della magistratura sassarese con l’accusa di aver tentato di appiccare il fuoco per ben otto volte nell’ultimo anno nella Pineta dunale di Maria Pia, sul litorale di Alghero, proprio mentre la relativa spiaggia era piena di bagnanti.

Insopprimibile desiderio di bruciare la pineta e di far morire qualcuno?

Luciano Loi, allora 44enne muratore di Villacidro, venne trovato con il cerino in mano nei boschi del Linas dagli agenti del Corpo forestale e di vigilanza ambientale. Arrestato, venne condannato a 4 anni di reclusione dal Tribunale di Cagliari l’8 luglio 2009. Era sospettato di esser l’autore di ben 63 incendi.

Voglia di fuoco e basta?

Giancarlo Albini (63 anni) e Ivan Albini (33 anni), rispettivamente padre e figlio, allevatori di Germasino (SO) sono stati condannati a due anni di reclusione con rito abbreviato l’11 gennaio 2020 dal Tribunale di Sondrio per aver appiccato il fuoco nella primavera del 2018 ai prati di montagna sopra Garzeno per favorire il pascolo al loro gregge di capre. Centinaia di ettari di boschi e pascoli andarono in fumo

Fuoco per interesse, quindi.  Così come emerso nei confronti di Orlando Lombardi, allevatore di 45 anni, Angelo Vaiuso, allevatore di 55 anni, Angelo Affinita, allevatore sessantenne, Saimir Musej, aiutante di 36 anni, che – in distinti episodi – fecero andare volontariamente a fuoco centinaia di ettari di pascoli e boschi nel Casertano nel 2012 e nel 2015. Sono stati condannati a pene varianti fra 4 anni e mezzo e 5 anni di reclusione.

Sardegna, incendio

Michele Strazzeri, agrigentino di 27 anni, è stato condannato a 3 anni e 3 mesi di reclusione dal Tribunale di Sciacca perché ritenuto colpevole di aver appiccato il fuoco nel 2013 nelle campagne della zona.  Divertimento?

Efisio Perria, barracello di 62 anni, e Filippo Sanna, volontario di un’associazione di protezione civile di 56 anni, sono stati arrestati il 10 agosto 2020 per aver acceso due incendi nelle campagne del proprio paese, Villamar, nel giugno 2020: il movente “è complesso e si può rinvenire in connessione al perseguimento d’ingiusti benefici legati alle attività di protezione civile e di barracellato”, secondo gli investigatori del Corpo forestale e di vigilanza ambientale.

Andrea Cuccu, 43 anni, lavorava a tempo indeterminato proprio nell’agenzia regionale Forestas, che si occupa di gestire il grande patrimonio forestale della Regione autonoma della Sardegna.  Ora ha perso il lavoro, in quanto è stato condannato dal Tribunale di Cagliari l’11 febbraio 2021 a 3 anni e 4 mesi di reclusione per aver appiccato incendi sulla costa e nelle campagne di Pula nell’estate 2020.  I motivi dei roghi? Sono emersi dalle intercettazioni telefoniche: l’esigenza di distrarre il Corpo forestale e di vigilanza ambientale e i barracelli dal controllo anti-bracconaggio e il desiderio di «vendicare» i privilegi attribuiti ai proprietari di case e ville di Is Molas, soprattutto la chiusura di alcuni accessi a spiagge che risulterebbero privatizzate.  

Bracconaggio e vendetta, quindi.  Infatti, come purtroppo già emerso in altre vicende, anche il bracconaggio appare ben presente fra le fila di chi dovrebbe proteggere il patrimonio ambientale.

Una rapida carrellata, per provare a capire che cosa frulla nella scatola cranica di chi vuol bruciare il nostro patrimonio ambientale.

Gruppo d’Intervento Giuridico odv

incendio

da La Nuova Sardegna, 2 agosto 2021

Roghi in pineta ad Alghero, arrestato incendiario seriale.

53enne accusato di aver appiccato otto incendi in un anno.

ALGHERO, 02 AGO – Da un anno cercava ossessivamente di incendiare la pineta di Maria Pia, ad Alghero, proprio alle spalle di una delle spiagge più frequentate del litorale. Oggi, su disposizione del gip del Tribunale di Sassari, Antonio Spanu, che ha accolto la richieste della sostituta procuratrice Enrica Angioni, un 53enne algherese, Giuseppe Fenu, è stato arrestato dagli ispettori del Nucleo investigativo dell’Ispettorato forestale di Sassari e accompagnato nel carcere di Bancali accusato di incendio boschivo.
    Secondo le indagini del Corpo forestale l’uomo è il responsabile di ben otto tentativi di incendio che dall’estate scorsa hanno minacciato la zona di Maria Pia. L’ultimo episodio risale a martedì scorso, quando, poco prima delle 18, con la spiaggia ancora gremita di bagnanti, la vedetta antincendio della Forestale di Monte Vaccaro ha avvistato un principio di incendio nella pineta algherese e ha lanciato l’allarme. Il pronto intervento degli agenti della Stazione di Alghero e dei Barracelli, impediva che ben due inneschi accesi in punti diversi della pineta innescassero un rogo. Le indagini hanno permesso agli ispettori di verificare che al momento dello scoppio dei due principi di incendio, il 53enne fosse presente nella pineta. L’uomo era già indagato per i precedenti tentativi di incendio nella pineta e i nuovi riscontri raccolti dagli investigatori si sono rivelati determinanti per il suo arresto.
    Secondo gli inquirenti il 53enne, che agiva sempre con la stessa metodologia, presenta il profilo tipico di un piromane patologico particolarmente pericoloso perché agiva sempre in un luogo ad alta frequentazione turistica. L’arrestato rischia una condanna da 4 a 10 anni di reclusione.

Montiferru, Volpe morta nel devastante incendio (luglio 2021)

(foto da mailing list sociale, J.I., P.F., archivio GrIG)


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