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Channel: Gruppo d'Intervento Giuridico (GrIG)
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Perchè un altro molo a S. Giovanni di Sinis?

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Cabras, Torre di S. Giovanni di Sinis e Tharros

Il Gruppo di Intervento Giuridico – Oristano, in merito alla notizia di un Progetto del Comune di Cabras e dell’Area Marina Protetta Penisola del Sinis- Isola di Mal di Ventre di cui si è parlato recentemente sulla stampa locale, intende manifestare in merito qualche perplessità e porre delle domande agli enti preposti.

 Il Progetto citato prevede nella zona di Mare Morto a San Giovanni di Sinis (dove già esistono da circa 30 anni due piccoli moli) il posizionamento di un ulteriore molo di circa 50mt. di lunghezza, una passerella sulle dune di 20mt. circa e una struttura prefabbricata da poggiarsi sulla duna con servizio igienico e relativo serbatoio per l’accumulo delle acque nere. Il Progetto che si intende realizzare motiva tali interventi come destinati a utenti con disabilità fisiche. In realtà come dichiara il direttore dell’Area Marina Protetta nella Relazione Tecnico- Illustrativa, il Progetto va incontro alle esigenze degli utenti diportisti “in transito presso il campo di stazionamento di Tharros-Capo San Marco, i quali chiedono sempre più spesso di poter sbarcare al fine di poter visitare la zona archeologica di Tharros o anche soltanto per potersi recare presso i vari chioschi presenti (sic)”

A questi manufatti vanno aggiunti i corpi morti, strutture di cemento di grossissime dimensioni “anch’essi già nella disponibilità dell’AMP  (Relazione Tecnico-Illustrativa) che saranno posizionati sul fondo marino”.

Il tratto di mare, la spiaggia e le dune prospicienti che dovrebbero ospitare tali manufatti  sono luoghi che si distinguono per la delicatezza degli equilibri ambientali, per il particolare pregio paesaggistico, per la grande valenza archeologica. Infatti l’area dell’intervento individuata si trova ai piedi del cosidetto “Murru Mannu”, sistema difensivo della città punico-romana di Tharros; il tratto di mare, su cui dovrebbe essere poggiato il pontile e i corpi morti, è fragile e nel contempo importantissimo, ricco nel fondo di poseidonia, in collegamento con lo stagno di Mistras zona di nidificazione di specie protette; nelle dune (e in ciò che rimane di esse) sulle quali dovrebbero essere posizionate box e passerella  “è sempre vietata la sosta e/o l’occupazione, ancorchè temporanea” (determinazione D.G. Enti locali e Finanze della Regione autonoma della Sardegna prot. n. 140149 del 12 maggio 2021).

Tharros, colonne

Vale anche in questo caso il vincolo di conservazione integrale nella fascia dei mt.300 dalla battigia marina, così come, poichè la zona rientra nel sito di importanza comunitaria SIC/ZPS, ai sensi della direttiva n.92/43/CEE, la salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, della fauna e della flora.

Le domande dunque che ci poniamo sono queste:

  • quale è la reale necessità di un ulteriore stravolgimento dei luoghi (un tempo le dune erano ben più consistenti ora la forte antropizzazione le ha ridotte), di altra occupazione artificiale di suolo (e sottrazione dello stesso alla comunità visto che l’area dovrebbe essere, salvo smentita, a uso civico), per risolvere un problema come quello che nel progetto si pone –fornire un servizio ai disabili- i quali avrebbero a disposizione per poter legittimamente utilizzare in sicurezza le proprie imbarcazioni, il vicinissimo porticciolo di Torre Grande per raggiungere il quale l’Area Marina Protetta potrebbe organizzare a beneficio di tutti gli utenti un servizio di navetta?
  • è giusto intervenire ancora una volta su una linea di costa in continuo movimento e avanzamento con un’opera destinata inevitabilmente a durare integra per brevissimo tempo e consumare suolo ( che non si ricostituisce) senza reale e comprensibile necessità?
  • quali sono le risposte degli enti che vigilano sul nostro patrimonio ambientale, in merito alle osservazioni che noi ci facciamo e che riteniamo fondate?
  • quale è in particolare la posizione della Soprintendenza Archeologica su un intervento così vicino alle mura della vecchia città di Tharros ( che pure sarà uno dei fiori all’occhiello della nascente Fondazione) che versano anch’esse in condizione di grande instabilità?
Cabras, Chiesa di S. Giovanni di Sinis

Noi non sappiamo se Il Comune di Cabras e l’Area Marina Protetta abbiano ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie, e su questo vigileremo, ma riteniamo che amando la terra su cui viviamo, vorremmo che essa non fosse sprecata per un piccolissimo vantaggio non duraturo nei benefici ma prolungato nel tempo nei danni, a vantaggio di pochi e senza possibilità di ripristinare lo stato dei luoghi.

Ci chiediamo se la funzione dell’Area Marina Protetta non debba essere la preservazione e la salvaguardia della parte di mare e di costa che è deputata a tutelare e non già a agevolare in ogni modo i possessori di barche affinché possano stazionare più comodamente  in ogni angolo della costa e dell’Isola di Mal di Ventre.  E’ come se gli amministratori delle nostre meravigliose città d’arte decidessero di costruire parcheggi a ridosso degli edifici storici e artistici affinché gli automobilisti non fossero costretti a fare qualche metro a piedi per raggiungerli. E’ questa una visione miope che bada solo al vantaggio immediato e non investe sul futuro della terra e delle prossime generazioni.

Gruppo d’Intervento Giuridico odv – Oristano

Cabras, Torre di S. Giovanni di Sinis

(foto S.D., archivio GrIG)


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