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Appello ai Ministri per i Beni e Attività Culturali, dell’Ambiente, delle Risorse Agricole e Forestali in favore della tutela dei boschi.

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bosco di Aceri e cielo

In queste ultime settimane si è sviluppato un dibattito, anche con toni aspri e accesi, sull’applicazione del quadro normativo in materia di tutela del paesaggio per la tutela di boschi e foreste.

Ciò significa che la gestione di boschi e foreste non è lasciata alla cura esclusiva della disciplina forestale, oggi rappresentata fondamentalmente dal testo unico forestale (decreto legislativo n. 34/2018 e s.m.i.).

Infatti, qualsiasi intervento in un bosco tutelato con vincolo paesaggistico di tipo provvedimentale (artt. 136 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i., in base a provvedimenti statali o regionali di individuazione) prevede il necessario parere da parte dei competenti organi del Ministero per i Beni e Attività Culturali e il Turismo per ogni intervento proposto, a differenza di quanto previsto per i boschi e le foreste sottoposti a vincolo ex lege ai sensi dell’articolo 142, comma 1°, lettera g, dello stesso decreto legislativo n. 42/ 2004 e s.m.i., già legge 8 agosto 1985, n. 431. Interpretazione confermata dal disposto del D.P.R. n. 31/2017,

Il bosco, insomma, non è una banale catasta di legna da utilizzare come meglio si crede.

Settantasei realtà ambientaliste hanno scritto in proposito ai Ministri per i Beni e Attività Culturali, dell’Ambiente, delle Politiche Agricole e Forestali.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Maremma, bosco

Al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e per il Turismo on. Dario Franceschini,

Al Ministro dell’Ambiente, della Tutela  del Territorio e del Mare dott. Sergio Costa,

Al Ministro delle Politiche  Agricole, Alimentari e Forestali  on. Teresa Bellanova,     

Egregi Ministri, da alcuni anni nella società civile sta crescendo la sensibilità per il paesaggio forestale, spesso deturpato da un tipo di selvicoltura non rispettosa degli aspetti ambientali e paesaggistici espressi dalle foreste. Ormai è consolidato e metabolizzato dal nostro ordinamento giuridico l’orientamento della Corte Costituzionale, che ha sottolineato proprio come ambiente e paesaggio siano beni comuni immateriali di preminente interesse pubblico, la cui salvaguardia deve costituire un limite all’utilizzo del legno prodotto dalle foreste.

Questo concetto giuridico non è tuttavia ancora pienamente recepito dalla legislazione vigente, che è tendenzialmente orientata a coordinare le numerose e discordanti legislazioni regionali nella comune visione del bene foresta inteso come risorsa economica da sfruttare, seppur nella dovuta regolamentazione.

La recente approvazione del TUFF (Dlgs 34 del 2018) ha bene espresso il contrasto ormai acuto tra gli interessi e le economie che hanno nei servizi eco sistemici  culturali e di regolazione la loro primaria risorsa e le economie che utilizzano il bosco come fonte di materiale legnoso.  Se è legittima la convivenza di queste economie, nel rispetto dei principi costituzionali, non possiamo tuttavia ignorare come l’approvazione del TUFF sia avvenuta con molte polemiche, non solo da parte della società civile organizzata in associazioni e comitati, ma anche dal mondo accademico delle scienze biologiche e naturali, mentre l’attuale impostazione filo-produttivistica del TUFF è stata voluta, scritta e difesa solo da una parte del settore accademico e della ricerca applicata del mondo forestale, forte dell’appoggio e del monopolio culturale del Ministero dell’Agricoltura.

cascata nel bosco

Nella lettura del TUFF è inoltre evidente il contrasto che vi è stato tra il Ministero dei Beni Culturali e quello dell’Agricoltura, per ciò che concerne il delicato aspetto del coordinamento con il Codice dei Beni culturali  e la questione del “taglio colturale” nelle aree tutelate o meno da provvedimento, espressa dal combinato disposto degli artt. 136, 142 e 149 del Codice. In tutto il testo legislativo il vincolo paesaggistico è trattato come un orpello all’utilizzo economico diretto del territorio forestale, tanto da aver creato un pericoloso e confuso regime di deroghe che rischia concretamente di rendere inapplicabile il regime di tutela.

Anche nelle aree tutelate da provvedimento amministrativo, dove ormai sembrava pacifica la supremazia del MiBACT sulle competenze regionali, la recente applicazione di questa norma, ribadita non solo dal precedente orientamento di questo Ministero, ma anche dal recentissimo “parere” relativo a un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, presentato da Italia Nostra nazionale, WWF Grosseto e Lac, sul piano antincendio della Pineta litoranea del Tombolo in Toscana, ha ingenerato forti conflitti. La Soprintendenza di Siena e Grosseto, in seguito a questo pronunciamento del Consiglio di Stato, ha applicato la richiesta di  autorizzazione paesaggistica, per gli usi forestali in aree tutelate dal Codice dei Beni Culturali, anche sul Monte Amiata, da qui si è scatenata, da parte delle associazioni di categoria del comparto forestale e dall’Ordine degli Agronomi la pretesa di derogare alla legge, violata, o mal interpretata, forti della volontà di mettere a confronto, ovvero in contrasto, tutela paesaggistica versus libertà di impresa e quindi posti di lavoro a essa collegati. 

La Soprintendenza, ha invece richiesto che sull’Amiata, nel rispetto della zona di vincolo, venisse lasciato un numero quadruplo di matricine rispetto al ‘governo’ a ceduo semplice, cosa che non inficerebbe le locali attività produttive, ma tutelerebbe invece il paesaggio, garantendo contemporaneamente l’assetto idrogeologico di quei pregevoli territori (già duramente provati dalle catastrofiche alluvioni dello scorso anno).

funghi nel sottobosco

Si tratta dunque di una sleale e scorretta levata di scudi, del mondo delle imprese economiche e forestali, (dopo che le rispettive competenze erano già state ampiamente discusse, negoziate e chiaramente sancite nel TUFF) in nome di un giudizio di presunta “incompetenza” del personale delle Soprintendenze per giudicare gli aspetti paesaggistici della foresta, come se tutte le foreste fossero esclusiva competenza e proprietà del mondo forestale, e non anche bene comune di eminente interesse sancito dall’articolo 9 della Costituzione. Come evidenziato dai noti e autorevoli pareri dell’Ufficio Legislativo del MiBACT,  la ratio della tutela provvedimentale, derivando dalla Legge Paesaggistica voluta da Benedetto Croce, è quella dell’aspetto estetico, nel quale le Soprintendenze hanno una storica e indiscussa competenza e supremazia.

Purtroppo la lettura del paesaggio effettuata dalle categorie professionali e forestali strettamente connesse al mondo produttivo, non tiene in considerazione che quella“interazione tra uomo e sistema naturale”, riportata dalla Convenzione di Firenze, Legge del 9 gennaio 2006 n.14  “Ratifica della Convenzione Europea sul paesaggio, Firenze 20 ottobre 2000” e dal vigente Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici, non può che essere quel rapporto virtuoso che denota equilibrio e rispetto nello sfruttamento delle risorse naturali, equa distribuzione della ricchezza e rispetto dell’utilizzo ragionevole delle risorse ambientali.  Altrimenti tutto, indistintamente, sarebbe paesaggio, anche il rapporto predatorio dell’uomo sul territorio e in nome del quale si rischierebbe di compiere ogni scempio.

In particolare, la diffusione del ceduo rappresenta invece, da sempre, quel rapporto predatorio, consolidatosi con l’affermazione del moderno sistema economico. Il fatto che esista da molto tempo non ne giustifica il ruolo paesaggistico, così come non lo giustifica il solo concetto di casa che, pur esistendo da millenni,  a causa della speculazione edilizia recente, ha devastato i più pregiati paesaggi del nostro paese.  Ricordiamo che il primo bene paesaggistico tutelato nell’Italia Unita è stata proprio una foresta: la Pineta di Ravenna.

bosco in passato governato a ceduo

 Attualmente, anche in base a recenti ricerche, risulta che il ceduo sia la forma di governo meno compatibile con la fornitura di servizi ecosistemici di regolazione e culturali e non lo si può, proprio per questo, definire una forma di gestione forestale sostenibile.   Adesso quella “percezione delle popolazioni” che, secondo la Convenzione di Firenze, dovrebbe caratterizzare il paesaggio, si sta manifestando fortemente attraverso le associazioni ambientaliste riconosciute e i comitati dei cittadini, sui social e sulle piazze, in difesa delle foreste e del verde urbano, dando luogo alla più vasta manifestazione del pensiero libero, che chiede “il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Proprio in considerazione della complementarità del bosco e della natura allo sforzo lavorativo e produttivo, che non può ridursi al rapporto lavoro-salario, ma necessita di tempi e spazi di recupero spirituale e psicologico, che solo le foreste ben gestite sanno garantire.

Il ceduo estremamente diffuso e il taglio raso, privando il cittadino-lavoratore del bosco per un tempo troppo lungo rispetto al tempo della vita umana, provocano un vero e proprio “spaesamento”, una perdita di “paese” inteso come paesaggio e conseguente perdita di riferimenti culturali e psicologici, per questo sono da mettere al bando, almeno nelle aree tutelate ex art. 136 del Codice, e possibilmente da tutti i boschi, atteso che altri metodi di gestione garantiscono lo stesso, se non un maggiore reddito.

Foresta demaniale di Bocca Serriola, riconversione a ceduo di bosco ad alto fusto

Le scriventi Associazioni esprimono innanzitutto solidarietà al personale delle Soprintendenze, che adesso deve sostenere il peso di queste ingiuste affermazioni di incompetenza. A tutti coloro che tutelano il paesaggio vanno il nostro appoggio e la nostra stima.

Auspichiamo che Lei, Signor Ministro dei Beni Culturali, non arretri di un millimetro di fronte alle richieste di smantellamento della tutela paesaggistica che le sono pervenute e le perverranno, anche tramite il Ministero dell’Agricoltura.

Auspichiamo inoltre che Lei, Signor Ministro dell’Ambiente, si faccia parte attiva per una maggior tutela degli ecosistemi forestali, in particolar modo nella Rete Natura 2000 e nelle aree protette, dove il TUFF ha inteso indebolire le Sue competenze a favore di quelle delle Regioni e del Ministero dell’Agricoltura.

Auspichiamo che Lei, Gentile Ministro dell’Agricoltura, a cui inviamo il presente appello per Sua conoscenza,  intenda prendere opportuni provvedimenti al riguardo.

 Cordiali saluti

foglie nel bosco
  1. Mariarita  Signorini                             già Presidente nazionale, ora Consigliere d’Italia Nostra
  2. Daniele Zavalloni                                 Presidente  Ecoistituto – Cesena
  3. Stefano Deliperi                                   Presidente  GrIG  (Gruppo d’intervento Giuridico) 
  4. Giovanni Damiani                                Presidente  GUFI (Gruppo unitario foreste italiane)
  5. Roberto Romizi                                    Presidente  Associazione medici per l’Ambiente  ISDE  Italia
  6. Vittorio Emiliani                                   Presidente  Comitato per la Bellezza
  7. Rita Paris                                               Associazione  Bianchi  Bandinelli
  8. Stefano Allavena                                  Presidente di Altura
  9. Emilio Delmastro                                 Federazione  nazionale  Pro Natura
  10. Laura Cadeddu                                     CATS  Consulta Ambiente e Territorio della Sardegna
  11. Francesco  Saccomanno                     Forum Ambientalista – Calabria
  12. Leonardo Rombai                                già Professore ordinario di geografia storica Università di Firenze
  13. Ferdinando Laghi                                 Associazione  ‘Solidarietà e Partecipazione’ – Castrovillari
  14. Benito Fiori                                           ABC-Alleanza Bene Comune-La Rete
  15. Mariella Buono                                    Associazione  Pensieri Liberi  Pollino Castrovillari – Lungro
  16. Mariella Ieno                                        Associazione  ‘Il Riccio’  – Castrovillari
  17. Antonietta Lauria                                 Forum ‘Stefano Gioia’  Associazioni e Comitati calabresi  e Lucani  per la         tutela della legalità del  Territorio
  18. Cecilia Pacini                                         Presidente Italia Nostra  TOSCANA
  19. Graziano Bullegas                                Presidente Italia Nostra  SARDEGNA
  20. Maurizio Sebastiani                             Presidente Italia Nostra  MARCHE
  21. Renato   Bosa                                        Presidente Italia Nostra  FRIULI VENEZIA GIULIA
  22. Adriana MY                                           Presidente Italia Nostra  PIEMONTE 
  23. Domenico Valente                               Presidente Italia Nostra  ABRUZZO
  24. Roberto Cuneo                                     Presidente Italia Nostra  LIGURIA
  25. Cosimo Manca                                     Presidente Italia Nostra   PUGLIA
  26. Domenico Totaro                                 Presidente sez. Senisese  Italia Nostra  BASILICATA 
  27. Mario Pellegrini                                   CISDAM  Centro italiano studi e documentazione degli abeti mediterranei
  28. Giancarlo  Odoardi                              Ecoistituto Abruzzo
  29. Laura  Asti                                             Pro Natura L’ Aquila
  30. Raimondo Chiricozzi                           Commissione nazionale  AICS ambiente
  31. Marco Tiberti                                       Presidente   European  Consumers 
  32. Alberto Conti                                        Presidente WWF Forlì-Cesena
  33. Massimo Blonda                                  Fondazione di Partecipazione  delle Buone Pratiche- Bari
  34. Marco Caldiroli                                     Medicina Democratica  Onlus
  35. Roberto Monfredini                             AIF  Ambiente informa
  36. Johannes Fragner-Unterpertinger     Portavoce  “ Via di Malles “ 
  37. Andres Lasso                                         Associazione Ideale Ambiente Firenze
  38. Michele Boato                                      Presidente Ecoistituto del Veneto
  39. Alda La Rosa  Associazione                 FUTURO SOSTENIBILE IN LOMELLINA
  40. Francesco Saverio Bellofatto              Associazione  La Piccola Cometa  
  41. Francesco Montecchio                        Associazione “Progetto GAIA” – OdV   
  42. Stefano Orlandini                           Presidente Salviamo l’Orso Ass.per la conservazione dell’orso bruno marsicano Onlus
  43. Nicholas Bawtree                                 Terra Nuova
  44. Rosalba Luzzi                                         Associazione  Biodistretto  Montalbano
  45. Sara Coppini                                          Mille Rivoli-  Cittadini Mugellani per la difesa dell’Acqua e del Territorio” 
  46. Corradino Guacci                                  Presidente Società italiana per la storia della fauna “Giuseppe Altobello”
  47. Michele Renna                                      Fototrappolaggio  Naturalistico  Partenio
  48. Flavio  Angelini                                      Lupus in Fabula
  49. Pietro Comeri                                        Simbiosi Magazine
  50. Antonella Lodi                                       Un Bosco per la Città- Bologna
  51. Gabriele Buratti                                     Artists 4 Rhino
  52. Carlo Papalini                                         Liberi pensatori a difesa della natura
  53. Anna Zonari                                            Parents for future Italia
  54. Marina Conti                                          Parents  for future Bologna
  55. Nadine Finke                                          Parents for future  Forlì
  56. Serena Bianca De Matteis                    Parents for future Melegnano –  Laboratorio Per un Albero in più- 
  57. Luciano Poggiani                                    Argonauta Fano
  58. Nadia D’arco                                           Comitato Ambiente e salute Emilia Romagna
  59. Adriano Fiorenza                                   Presidente  Associazione Fate gli Gnomi
  60. Michele Renna                                       Cervinara Trekking
  61. Giovanni Bosio                                       Associazione “Canale Ecologia
  62. Fabio Sani                                                Uni Verso AMIATA
  63. Alvaro Gori                                              Comitato Salvaguardia e Ambiente del Monte Amiata
  64. Cinzia Mammolotti                                AmiataEco
  65. Eduardo Quarta                                     SOS Natura     
  66. Anna Catalani                                         Salviamo la Riserva di Procoio,  Salviamo le Riserve                 
  67. Stefano  Orlandini                                  Salviamo l’Orso  Onlus                                             
  68. Anna Petrucci                                         Comitato tutela alberi Bologna                                 
  69. Marco Menghini                                    STAI  Stop Taglio Alberi  Italia  Comitato. coord. nazionale
  70. Anna  Salvatici                                        Movimento tutela alberi Firenze
  71. Aldo Loris Cucchiarini                            Società Bosco per Sempre Regina
  72. Stefano Marzani                                     Cooperativa La Macina Terre Alte
  73. Ruggero Ridolfi                                       Coordinatore medici per l’ambiente  ISDE Forlì-Cesena
  74. Andrea Nalin                                           Silva Nova Bologna
  75. Claudio Pizzuto                                   Comitato per la tutela degli alberi di Sesto Fiorentino
  76. Domenico Scanu                                     Isde Sardegna
bosco e girasoli

(foto E.R., A.L.C., S.D., archivio GrIG)


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