
Il nuovo piano industriale 2020-2025 della Sogin s.p.a., la Società pubblica responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, prevede, finalmente, lo smantellamento nei prossimi anni delle due centrali nucleari dismesse di Trino e del Garigliano.
Più di 900 milioni di euro di investimenti per lo smantellamento degli impianti nucleari (decommissioning). Era ora.
Nel mentre, tutta l’Italia è in attesa delle prossime tappe del Programma Nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, una procedura complessa prevista dal Governo per l’individuazione del sito unico nazionale per le scorie radioattive, dove i 90 mila metri cubi di materiali radioattivi (residui del ciclo energetico delle centrali nucleari dismesse, rifiuti industriali, residui di attività mediche, ecc.) devono esser custoditi a lungo termine in estrema sicurezza.
La lentezza del programma è intuitivamente dovuta alle prevedibilissime contestazioni riguardo al sito che sarà prescelto.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

dal sito web della Sogin s.p.a., 11 settembre 2020
Gruppo Sogin, presentato il piano industriale 2020-2025.
Fissati gli obiettivi strategici per rafforzare il know-how e migliorare l’avanzamento nel decommissioning nucleare italiano attraverso un nuovo modello organizzativo.
L’Amministratore Delegato di Sogin, Emanuele Fontani, ha illustrato oggi alla stampa il Piano industriale 2020-2025 del Gruppo.
Gli obiettivi strategici del Piano sono:
- il miglioramento delle performance nel core business, attraverso un nuovo modello organizzativo;
- la generazione di valore per il sistema Paese, finalizzato alla tutela dell’ambiente e della salute attraverso processi industriali improntati ai principi della sostenibilità e dell’economia circolare;
- il mantenimento del presidio di competenze per la realizzazione e l’esercizio del Deposito Nazionale e Parco Tecnologico;
- il presidio del Gruppo Sogin nel settore del decommissioning, attraverso la valorizzazione di competenze ad alto profilo tecnico.
Nell’arco di piano, Sogin realizzerà avanzamenti nel decommissioning per oltre 900 milioni di euro, con un picco di attività nel biennio 2022–2023 dovuto, fra l’altro, all’avvio degli smantellamenti dei reattori delle centrali di Trino e Garigliano e alla realizzazione del Complesso Cemex a Saluggia. Tale pianificazione consentirà il raggiungimento degli obiettivi previsti dal nuovo Piano a Vita Intera, determinando una crescita del valore medio delle attività, dai 62 milioni di euro registrati nel periodo 2013-2019 ai 151 milioni di euro nell’arco di Piano (+144%).
Per realizzare gli obiettivi, la Società ha delineato un nuovo modello organizzativo che ottimizza i meccanismi di coordinamento tra le diverse funzioni aziendali e valorizza ruoli e responsabilità. Attraverso un rafforzamento della Radwaste Management School, saranno inoltre ampliate le competenze del personale al fine di supportare l’evoluzione futura del decommissioning anche a livello internazionale.
Cresce l’impegno del Gruppo Sogin nell’innovazione tecnologica. Il Piano delinea, infatti, un percorso di digitalizzazione che mira ad ottimizzare i processi gestionali e industriali in un’ottica Industry 4.0.
Grazie all’esperienza acquisita, Sogin opera all’estero in 17 Paesi nelle attività di decommissioning nucleare e gestione dei rifiuti radioattivi, contando circa 700 clienti in portafoglio negli ultimi 5 anni. Le opportunità che si presenteranno nel mercato internazionale di settore, con la chiusura di decine di centrali nei prossimi anni, costituiscono una occasione di crescita per le attività di decommissioning che il Gruppo svolge verso terzi.
“Il nuovo Piano Industriale del Gruppo Sogin – ha affermato l’Amministratore Delegato, Emanuele Fontani – punta a migliorare le nostre performance nel decommissioning nucleare e a integrare i principi di sostenibilità sociale, ambientale ed economica nei nostri processi industriali e produttivi, in un’ottica di economia circolare e di valorizzazione delle competenze distintive del Gruppo. Questo Piano ci consentirà, inoltre, di accrescere il nostro presidio a servizio del Paese nel settore del decommissioning e delle riqualificazioni ambientali. Sono certo – ha concluso Emanuele Fontani – che le donne e gli uomini Sogin, tecnici altamente qualificati, sapranno rispondere con professionalità e determinazione alle sfide che ci attendono nei prossimi anni”.

da La Stampa, 11 settembre 2020
Nucleare: via allo smantellamento dei reattori di Trino e Garigliano.
Col nuovo piano industriale 2020-2025 di Sogin si accelera l’opera di decomissioning: previsti lavori per 900 milioni di euro (+144%). Ancora nessuna decisione sul nuovo deposito nazionale. L’ad Fontani: noi pronti, ma decide il governo. (Paolo Baroni)
ROMA. Via allo smantellamento dei vecchi reattori nucleari delle centrali di Trino Vercellese e del Garigliano. Lo prevede il nuovo piano industriale della Sogin, la società pubblica responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi. In particolare la società guidata dall’ad Emanuele Fontani ha messo in programma «avanzamenti nel decommissioning per oltre 900 milioni di euro, con un picco di attività nel biennio 2022-2023» dovuto, appunto, all’avvio dei lavori nei due siti piemontese e campano ed alla realizzazione del Complesso Cemex a Saluggia.
Per la società la nuova pianificazione consentirà di raggiungere gli obiettivi previsti dal nuovo Piano a Vita Intera e una crescita del valore medio delle attività, dai 62 milioni di euro registrati nel periodo 2013-2019 ai 151 milioni di euro nell’arco di Piano (+144%).

«Il nuovo piano Industriale del Gruppo Sogin – spiega Fontani – punta a migliorare le nostre performance nel decommissioning nucleare e a integrare i principi di sostenibilità sociale, ambientale ed economica nei nostri processi industriali e produttivi, in un’ottica di economia circolare e di valorizzazione delle competenze distintive del Gruppo” e quindi “ci consentirà, inoltre, di accrescere il nostro presidio a servizio del Paese nel settore del decommissioning e delle riqualificazioni ambientali. Sono certo – aggiunge l’ad – che le donne e gli uomini Sogin, tecnici altamente qualificati, sapranno rispondere con professionalità e determinazione alle sfide che ci attendono nei prossimi anni».
Fontani parla anche del nuovo deposito nazionale su cui l’Italia, a causa delle non decisioni degli ultimi governi che si sono succeduti, sconta un significativo ritardo. «Il deposito nazionale rimane un punto interrogativo, noi rimaniamo un braccio dei ministeri che decidono. Non siamo la testa pensante, l’Italia deve decidere su quando presentare il piano, la non decisione può portare dei problemi” sostiene l’ad di Sogin. «Una data? Se si decidesse oggi potrebbe essere pronto per il 2029, ma tecnicamente manca l’elemento essenziale che è dove viene realizzato. Abbiamo monitorato all’estero e siamo pronti per un deposito nazionale ed essere veloci a realizzarlo». Più in generale per Fontani «bisogna ottimizzare i processi produttivi, noi abbiamo cercato di capire cosa fanno gli altri. Il confronto con le centrali nucleari comparabili con quelle gestite dal Gruppo Sogin mostra che le stime dei costi di decommissioning per le centrali italiani sono comparabili con quelle estere».

(foto da mailing list ambientaliste, S.D., archivio GrIG)