
Il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, l’assessore comunale al verde pubblico Paola Piroddi, insieme ai presidenti delle commissioni consiliari sul verde pubblico (Enrica Anedda Endrich) e sulla sicurezza (Marcello Polastri), a funzionari e tecnici comunali e dell’A.T.I. Santa Maria s.r.l. – Imea s.r.l. appaltatrice della gestione del verde pubblico hanno tenuto il 9 settembre 2020 una conferenza stampa per illustrare le politiche di gestione degli alberi cittadini.
Data storica, visto che per la prima volta hanno esplicitato un barlume di quella che dovrebbe essere una seria gestione del verde pubblico di una città della storia, delle dimensioni e della rilevanza di Cagliari.
L’han fatto solo perché pressati dalle proteste, contestazioni, denunce ormai allargate a macchia d’olio fra la cittadinanza determinate dal taglio di numerosi Pini ad alto fusto lungo il Viale Buoncammino in corso dallo scorso 7 settembre senza alcuna spiegazione e – molto probabilmente – senza alcuna autorizzazione.
Secondo l’Amministrazione comunale, sulla base degli accertamenti svolti dall’A.T.I. che ha in appalto la gestione del verde pubblico di cui si ignora l’eventuale validazione da parte delle strutture pubbliche, “oggi Cagliari conta circa una novantina di piante malate la cui stabilità è gravemente compromessa” anche nel centro storico, i Pini di Viale Buoncammino e le Jacarandae del Largo Carlo Felice in primis. Complessivamente il monitoraggio in corso avrebbe già considerato “la situazione di 1.060 alberi e 80 sono già risultati in classe D, le cui condizioni sono classificate di ‘gravità estrema’”, perché a questo si riduce la gestione degli alberi per l’Amministrazione comunale, a un cronoprogramma di motoseghe e, in seguito, annunciate (ma finora assenti) sostituzioni.

Nel Largo Carlo Felice ventitrè Jacarandae da abbattere senza alternative (“questione di giorni”), secondo Nicola Sedda, agronomo dell’A.T.I., mentre la pensa diversamente Gianluigi Bacchetta, docente universitario e direttore dell’Orto Botanico di Cagliari: “da sempre le micosi costituiscono una delle principali patologie che interessano i vegetali. Gran parte degli alberi, non solo quelli cittadini, presentano segni più o meno evidenti di ciò nei diversi apparati ipogei ed epigei.
Così come si combattono in agricoltura, nei frutteti, nei vigneti o negli oliveti, le micosi si possono contrastare anche in città, sempre che il danno non abbia compromesso la stabilità strutturale delle piante.
Nel caso specifico del Largo Carlo Felice, la costrizione in spazi angusti determinata dai parcheggi, i danni causati dal rifacimento delle pavimentazioni stradali e dei marciapiedi, oltre all’alto livello di inquinamento da idrocarburi pesanti, hanno nel tempo ridotto e in alcuni casi compromesso la vitalità delle jacarande.
Oggi lo stato di salute di molti esemplari è precario e a mio avviso sarebbe necessario:
1. Eliminare o almeno ridurre la sosta dei veicoli
2. Ampliare le aiuole di ciascuna pianta o meglio ancora asportare il bitume nell’intera fascia alberata
3. Effettuare una potatura di sicurezza, senza capitozzature come avvenuto in passato
4. Mettere a dimora tutte le piante oggi mancanti o che nel tempo potrebbero dover essere sostituite
5. Procedere con periodici trattamenti per ridurre l’impatto delle micosi
6. Realizzare strutture di sostegno per quegli esemplari più precari dal punto di vista della stabilità strutturale
7. Migliorare la qualità del terreno, anche apportandone di nuovo
8. Ripristinare la pacciamatura naturale e una irrigazione di soccorso
9. Effettuare cicli di concimazione nei periodi più freschi dell’anno
10. Monitorare costantemente l’evoluzione della alberatura nel suo complesso e di ciascun esemplare nello specifico.
Tutto questo ha dei costi, non solo economici, necessita tempo e accettazione da parte della popolazione.
Molte jacarande sono come degli anziani, vanno aiutati, sostenuti e gli serve un bastone… Sono la nostra memoria!
Altre sono adulte e forti, ma dobbiamo vigilare… Serve prevenire per evitare di spendere poi per le cure!
Poche sono giovani e hanno bisogno di cure affettuose come i nostri figli… Sono il nostro futuro!
Scrivo queste parole con umiltà, solo perché sollecitato da tanti e con l’unico scopo di contribuire alla soluzione concertata di un problema che è di tutti noi cittadini di Cagliari e non solo”.

Con un sussulto di buon senso e di vero amore per la Città, la sua Amministrazione comunale si fermerebbe e predisporrebbe un vero e proprio piano del verde, poi da approvare formalmente con deliberazione consiliare e sottoposizione all’esame delle competenti Amministrazioni pubbliche per l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni di legge.
E sì, perché non ci si trastulla con gli alberi con superficialità e senza nemmeno sapere bene che cosa si sta facendo.
Quantomeno l’intero centro storico cittadino è tutelato con specifico vincolo paesaggistico (artt. 136 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i., individuazione principalmente con D.M.8 giugno 1977) e il D.P.R. n. 31/2017 (art. 2, comma 1°, e Allegato A) esenta dalla necessità di autorizzazione paesaggistica solo la “sostituzione o messa a dimora di alberi e arbusti, singoli o in gruppi, in aree pubbliche o private, eseguita con esemplari adulti della stessa specie o di specie autoctone o comunque storicamente naturalizzate e tipiche dei luoghi, purché tali interventi non interessino i beni di cui all’art. 136, comma 1°, lettere a, b, del Codice, ferma l’autorizzazione degli uffici competenti, ove prevista” (punto A.14).

Quindi, nel centro storico e in buona parte di Cagliari qualsiasi intervento del genere dev’essere necessariamente munito di autorizzazione paesaggistica con specifico parere vincolante dei competenti organi del Ministero per i Beni e Attività Culturali e il Turismo (art. 146 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).
Non solo, “le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di interesse artistico o storico” sono tutelate con vincolo culturale, a meno che non sia intervenuta una verifica negativa dell’interesse culturale da parte dei competenti organi del Ministero per i Beni e Attività Culturali e il Turismo (artt. 10 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).
Quindi, in tali luoghi qualsiasi intervento dev’essere preventivamente autorizzato dei competenti organi del Ministero per i Beni e Attività Culturali e il Turismo (art. 21 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).
Le autorizzazioni non sono necessarie soltanto in caso di comprovata esigenza di pubblica incolumità, concretizzata in specifica motivata ordinanza sindacale contingibile e urgente (art. 50 del decreto legislativo n. 267/2000 e s.m.i.).
Per capirci meglio, un taglio di alberi giustificato a parole in area tutelata con vincoli ambientali e/o culturali privo delle relative autorizzazioni e in assenza di specifica ordinanza contingibile e urgente per ragioni di incolumità pubblica è abusivo e fonte di responsabilità per chi lo dispone e chi lo esegue.

Non si tratta di una curiosa interpretazione ambientalista, ma di norme di legge: gli artt. 734 cod. pen. e 181 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. per la violazione del vincolo paesaggistico, gli artt. 733 cod. pen. e 169 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. per la violazione del vincolo culturale.
Seguono anche gli obblighi di reintegrazione e di ripristino ambientale ai sensi degli artt. 160 e 167 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.
Per ritornare al caso del taglio dei Pini dell’alberata di Buoncammino, presso il Castello di Cagliari, avviati nei giorni scorsi, e oggetto di istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti (8 settembre 2020) da parte dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, non è stato possibile rinvenire alcuna ordinanza sindacale contingibile e urgente per ragioni di incolumità pubblica sul sito web istituzionale del Comune di Cagliari.
Visto che l’intero Viale è tutelato con vincolo paesaggistico e con vincolo storico-culturale (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), ci sono o no le necessarie autorizzazioni?
La Soprintendenza per Archeologia, Beni Culturali e Paesaggio di Cagliari, secondo quanto riporta La Nuova Sardegna, “ha confermato, nessuna autorizzazione”.
Cagliari ha bisogno di alberi e di verde pubblico, non di motoseghe e di superficiale improvvisazione. Altro che candidatura a Capitale europea del verde per il 2023…..
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

dal sito web istituzionale del Comune di Cagliari, 9 settembre 2020
Verde urbano: ecco il piano del Comune.
Il sindaco Truzzu e l’assessora Piroddi: “Favorire una migliore immagine del territorio, aumentare benessere e sicurezza pubblica derivante dall’instabilità delle alberature compromesse”.
Alberi e prati da piantare e riqualificazione degli spazi pubblici cagliaritani. Con una conferenza stampa, il sindaco Paolo Truzzu e l’assessora Paola Piroddi hanno annunciato una serie di novità per il verde urbano. E partendo da una sintesi degli interventi realizzati durante il primo anno di mandato tra gli scogli del Covid-19, sono diversi i fronti su cui il Comune ha concentrato risorse e impegno organizzativo: favorire una migliore immagine del territorio, aumentare il livello di benessere e la sicurezza pubblica derivante dall’instabilità di quelle alberature, compromesse da tempo e fenomeni atmosferici avversi e intensi.
E ciò “anche in considerazione della candidatura di Cagliari a Capitale del verde d’Europa per il 2023”, ha puntualizzato il primo cittadino. “Questo non significa soltanto avere più verde in città, ma anche più sostenibilità, minore consumi energetici, maggiore attenzione delle risorse ambientali consumabili e che non possono essere rigenerate”.
“Questa Amministrazione – ha poi aggiunto il sindaco riferendosi agli interventi delle scorse ore sull’alberatura di viale Buoncammino – sta facendo un’attività che doveva essere iniziata forse quindici o vent’anni fa. Si stanno mappando le piante che oggi sono presenti in città e lo stato di salute di ognuna di queste, per decidere se intervenire, quando e come. L’operazione dunque programmata è quella che i tecnici definiscono “cavatura”. Significa che laddove possibile le piante vengono espiantate, ricoverate al vivaio di Corongiu per un paio d’anni e rimesse in forza, quindi ripiantate nella città, in altri luoghi. Quelle che invece non possono essere recuperate e che pregiudicano la sicurezza pubblica, vengono invece abbattute. Oggi Cagliari conta circa una novantina di piante malate la cui stabilità è gravemente compromessa”. Perciò, la priorità è quella di evitare danni alle persone e alle cose. Ma “le piante abbattute saranno sostituite con essenze analoghe più giovani, per restituire ai cagliaritani la stessa quantità di verde, se non di più. Solo nel corso di quest’anno, infatti, sono state messe a dimora nel territorio urbano oltre duemila nuove piante”.

Sulla stessa linea anche l’assessora Paola Piroddi che ha parlato del verde pubblico cagliaritano come “priorità per l’Amministrazione comunale”. Ma anche di “visione globale” e “interventi mirati”, in modo da “dare risposte ai cittadini in termini di sicurezza, benessere e decoro”, grazie anche al lavoro di “tecnici, agronomi e professionisti del settore”.
Il monitoraggio del patrimonio verde del capoluogo sardo è stato eseguito con la tecnologia Visual Tree Assessment (VTA). Attraverso essa oltre 1000 alberature sono già in corso di verifica. Di queste circa novanta sono risultate in classe D (gravità estrema), alcune sono arrivate a fine vita. La situazione degli alberi da sostituire è emersa ancor più chiara di recente, hanno ricordato anche i consiglieri Enrica Anedda Endrich e Marcello Polasti, rispettivamente presidente Commissione Verde Pubblico e presidente Commissione Politiche della Sicurezza e Patrimonio, in seguito alla caduta di alcuni pini in varie zone della città, o sostenuti da un apparato radicale cresciuto confinato tra l’asfalto e marciapiedi, tanto da causare dei rialzi stradali, nei marciapiedi, disagio per i cittadini e danneggiamenti.
“Il sistema di monitoraggio – ha spiegato Manuela Re dell’ATI Santa Maria srl – Imea srl che si è aggiudicata l’appalto del verde pubblico di Cagliari sino al 2025 – è un sistema estremamente innovativo. Per ogni albero esiste una scheda che ne determina specie, dimensioni e stato di salute, per conoscere quello che accadra dal momento in cui è stato censito in avanti (lavorazioni, potature, analisi, etc.). Ciò consentirà di gestire meglio il patrimonio verde della città, coordinare le lavorazioni necessarie e le richieste di intervento, che in futuro potranno anche essere effettuate anche dai cittadini attraverso un’applicazione apposita”. All’incontro di Palazzo Bacaredda con i cronisti, anche il dirigente del Servizio Verde pubblico Claudio Papoff.

qui il Servizio di cura del Verde urbano attrezzato 2019-2025, predisposto dal Comune di Cagliari – Servizio Parchi, Verde e Gestione faunistica (9 settembre 2020).

A.G.I., 10 settembre 2020
Taglio alberi storici “pericolosi” a Cagliari? Manca il parere della Soprintendenza.
Il piano del Comune è al vaglio anche dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale. E per il direttore dell’Orto botanico l’abbattimento non è inevitabile. (Maddalena Brunetti)
Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale e Soprintendenza ai Beni culturali vagliano documenti del piano sul verde urbano di Cagliari, presentato dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Paolo Truzzu, che prevede l’espianto di almeno una sessantina di alberi ‘storici’ dai principali viali cittadini. Ha suscitato non poche reazioni e polemiche il programma che prevede anche l’abbattimento di vecchi pini lungo viale Buoncammino e di 23 jacarande del Largo Carlo Felice, entrambi gli interventi in pieno centro storico. Il piano, su cui l’opposizione di centrosinistra in Consiglio comunale ha presentato un’interrogazione urgente, prevede l’espianto, per ragioni di sicurezza, di un’ottantina di alberi ‘malati’.
Prima di procedere con il taglio in una zona vincolata paesaggisticamente, come viale Buoncammino, è necessario il parere della Soprintendenza: solo in caso di pericolo per la pubblica incolumità si può procedere con una semplice comunicazione. Gli interventi in viale Buoncammino sono iniziati e la segnalazione “non c’è stata”, come ha spiegato all’AGI la sovrintendente Maura Picciau, che ha aggiunto di aver appreso del programma di taglio delle jacarande del Largo dai media e di aver richiesto le relative documentazioni: “Stiamo parlando di un paesaggio cromatico da difendere”. Gli alberi dai fiori viola sono particolarmente amati dai cagliaritani per il colore che caratterizza il paesaggio durante la fioritura. Così, dopo un esposto presentato con urgenza dall’associazione ambientalista Gruppo d’intervento giuridico, i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale e la Soprintendenza, che nel frattempo ha eseguito un sopralluogo, hanno richiesto le autorizzazioni agli uffici comunali.

Sulla questione è intervenuto anche Gianluigi Bacchetta, il direttore dell’Orto botanico della città e ordinario alla facoltà di Biologia e Farmacia dell’università di Cagliari, che ha sollecitato un deciso cambio di rotta sulla gestione del patrimonio arboreo. Senza alcuna nota polemica, come ha voluto ribadire piu’ volte all’AGI, il professore ha precisato: “Non possiamo continuare a pensare agli alberi come manufatti e non come esseri viventi. È chiaro che dopo anni tra traffico, inquinamento e aiuole ristrette ci siano piante compromesse e probabilmente da abbattere”.
“Non giudico e non critico il lavoro dei tecnici che hanno elaborato questo piano”, ha aggiunto Bacchetta, “ma sono certo che non esista un’unica soluzione e soprattutto che queste scelte siano da condividere con la collettività perché gli alberi non sono di un’amministrazione o di un ufficio, ma sono patrimonio di tutti”. Per il futuro il docente si augura un cambiamento radicale: “Dobbiamo decidere se guardare a soluzioni a lungo termine o a breve termine. Io sogno un centro storico senza auto – come succede nelle grandi città europee – con le carreggiate lasciate ai pedoni e i parcheggi trasformati in spazio vitale per le aiuole degli alberi. Altrimenti ci ritroveremo sempre in queste situazioni”.
“Nessun dottore agronomo e/o dottore forestale suggerisce di abbattere un albero a cuor leggero”, interviene il presidente regionale dell’Ordine, Ettore Crobu, “in quanto è insita nella nostra formazione professionale la cura, la salvaguardia e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano”. “L’abbattimento di un albero”, precisa la vicepresidente dell’Ordine, Micaela Locci, “si rende necessario esclusivamente quando i fattori pericolosità e vulnerabilità sono elevati e non si possono attuare interventi contenitivi di messa in sicurezza. Tale decisione si scontra spesso con l’opinione pubblica e deve essere presa a seguito delle risultanze di attente analisi che attestano un rischio troppo elevato per l’incolumità dei cittadini”.

(foto da Google Street View, per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)