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In ricordo di Giorgio Todde.

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Iris planifolia

Se n’è andato troppo presto Giorgio Todde.

Portato via da un lungo male che non ha trovato cura. 

Medico oculista, scrittore, promotore di cultura e della tutela dell’ambiente, collaboratore di vari periodici e quotidiani sempre con la bussola orientata alla difesa di quei beni ambientali e culturali troppo spesso misconosciuti e maltrattati.

Abbiamo anche avuto contrasti, modi diversi di perseguire l’unico obiettivo, sempre con stima reciproca.

Non si è risparmiato, con foga e passione, nel difendere ambiente e cultura.

Buon viaggio, ovunque sia, saremo tanti a ricordarti con affetto.

Stefano Deliperi

Bombo (gen. Bombus) su Girasole

da Il Corriere della Sera, 29 luglio 2020

AVEVA 68 ANNI. Morto Giorgio Todde, il medico-scrittore che amava la natura e il noir.

Oculista e autore, tra i fondatori del festival letterario di Gavoi, è scomparso a Cagliari dopo una lunga malattia. Suo il personaggio dell’imbalsamatore-detective Marini. (Jessica Chia)

Medico oculista, scrittore di noir e tra i fondatori del festival letterario di Gavoi (Nuoro), è scomparso il 29 luglio a Cagliari Giorgio Todde. Malato da tempo, aveva 68 anni. Nato nel capoluogo sardo nel 1951, dove viveva e lavorava, l’intellettuale scriveva anche per alcuni giornali, come «La Nuova Sardegna» e «Il Fatto Quotidiano», e a lungo è stato militante e promotore per la tutela del paesaggio sardo e la difesa dell’ambiente, definendo la sua isola un luogo «dove il tentativo di forzare uno sviluppo contro la natura e la storia locali è fallito drammaticamente».

Voce amata della Sardegna contemporanea, nella narrativa esordisce nel 2001 con Lo stato delle anime (Il Maestrale) — con cui nel 2002 vince il Premio Giuseppe Berto e nel 2003 ottiene una segnalazione al Premio del Giovedì Marisa Rusconi —, che dà vita al suo personaggio seriale di successo, l’imbalsamatore-detective Efisio Marini, ispirato a un personaggio realmente esistito (Cagliari, 1835 – Napoli, 1900). Tra i suoi romanzi altre opere noir, tra cui La matta bestialità (Il Maestrale, 2002), Paura e carne (Il Maestrale/Frassinelli, 2003) e Lettera ultima (Rizzoli, 2013). I suoi libri sono stati tradotti in diversi Paesi, come Russia, Portogallo, Francia, Olanda, Germania.

Considerato un esponente della Nouvelle vague sarda, cioè la Nuova letteratura sarda dei decenni a cavallo del Duemila, insieme ad altri autori, tra cui Giulio Angioni (1939-2017) e Marcello Fois, nel 2004 fonda il festival L’isola delle storie di Gavoi, in Barbagia. Numerosi i saluti sui social. La sua casa editrice storica, Il Maestrale, lo ricorda con queste parole: «Di lui ci mancherà tutto. Ma tutto adottiamo come testamento: il culto dell’amicizia, l’amore critico per la terra sarda, la visione sulla vita (e sulla morte), l’intellettuale militante, il signore della scrittura, lo sguardo spiazzante sul mondo e sulla letteratura di un irreplicabile pensatore sardo-mitteleuropeo».

Cagliari, Tuvixeddu, area archeologica

(foto M.F., S.D., archivio GrIG)


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