
L’Ente parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena aveva autorizzato (nota prot. n. 4048 del 5 agosto 2019) la sistemazione dal 5 al 7 agosto 2019 di una pedana amovibile di fatto sulla battigia dell’Isola di Santa Maria per “eventi di benvenuto” in favore degli ospiti dell’esclusivo Hotel ristorante La Casitta.
Residenti maddalenini avevano segnalato musica ad alto volume in occasione dei simpatici cocktail.
Poi, dalle indagini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania, sarebbe emersa la location sul demanio marittimo piuttosto che in area privata, nonché il posizionamento di impianti di amplificazione, al contrario di quanto dichiarato.
Siamo nel parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena (legge n. 10/1994; D.P.R. 17 maggio 1996) oltre che in un’isoletta dai mille vincoli ambientali, e vige il divieto di disturbo delle specie della fauna selvatica (D.P.R. 17 maggio 1996, Allegato A).
Sarebbe proprio il caso che simili attività non fossero autorizzate, in nessun caso, in favore di chicchessia.
In particolare in un’isoletta dagli ambienti così delicati come S. Maria, già in pericolo per richieste di aumenti volumetrici (2013) e di nuovi approdi (2016), finora sventati.
Sarebbe proprio il caso, finalmente, di una seria regolamentazione delle attività turistiche nell’Arcipelago più bello del Mediterraneo, prima che quelle straordinarie peculiarità naturalistiche vadano perse.
Ben venga l’intervento della magistratura a far chiarezza.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

da La Nuova Sardegna, 12 maggio 2020
La Maddalena, festa vip sull’isola di Santa Maria: quattro indagati.
Tra gli accusati di abuso d’ufficio il presidente del Parco Fabrizio Fonnesu, il direttore pro tempore Augusto Navone. Accusa di falso per il proprietario del resort di lusso La Casitta, Marco Fonnesu. (Tiziana Simula)
TEMPIO. La festa sotto le stelle con musica e luci che aveva animato la super tutelata spiaggia di Santa Maria la notte del 6 agosto scorso, era finita al centro di un’inchiesta della Procura. Un evento di benvenuto ospiti organizzato dalla lussuosa struttura ricettiva La Casitta della famiglia Fonnesu che si era svolta su una pedana amovibile per la quale i titolari dell’attività avevano chiesto e ottenuto l’autorizzazione da parte dell’Ente Parco (dal 5 al 7 agosto), ente presieduto da Fabrizio Fonnesu, cugino del titolare del resort, Marco Fonnesu.
Autorizzazione e pedana sono finite al centro del fascicolo aperto dal procuratore Gregorio Capasso. Che ora ha chiuso le indagini preliminari e indagato quattro persone: il presidente dell’Ente Parco Fabrizio Fonnesu, l’amministratore unico e comproprietario della società Samit proprietaria della struttura ricettiva “La Casitta”, Marco Fonnesu, il direttore pro tempore del Parco e firmatario del nullaosta Augusto Navone e l’addetto all’ufficio ambiente dello stesso ente, Antonella Gaio. La Procura contesta a tutti e quattro, in concorso tra loro, il reato di abuso d’ufficio per aver rilasciato l’autorizzazione al posizionamento della pedana amovibile per l’evento, procurando intenzionalmente, così si legge nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, un ingiusto vantaggio patrimoniale a Marco Fonnesu che aveva richiesto il nulla osta, consistito nell’incassare oltre 50mila euro per lo svolgimento dell’evento. Quella pedana in metallo e legno, lunga sei metri e larga 12, per la Procura, avrebbe occupato abusivamente circa 72 metri quadri del demanio marittimo.

Anche di questo deve rispondere Marco Fonnesu, al quale il procuratore Capasso contesta pure il reato di falso. Secondo il magistrato, l’imprenditore avrebbe attestato falsamente agli uffici comunali della Maddalena che la pedana sarebbe stata posizionata in terreno privato, che nell’area non c’era alcun vincolo ambientale e che non era prevista l’installazione di impianti tecnologici, mentre, stando alle contestazioni della Procura, la pedana era stata posizionata sulla spiaggia in uno spazio demaniale e in area Sic (Sito di interesse comunitario), e a suo corredo erano stati installati impianti elettrici per l’illuminazione e l’amplificazione della musica. Queste le accuse mosse dal procuratore Capasso ai quattro indagati.
Attraverso i suoi difensori, gli avvocati Carlo Selis e Carlo Careddu, il direttore dell’Area marina protetta di Tavolara Capo Coda Cavallo, Augusto Navone, direttore solo per un breve periodo del Parco della Maddalena, si dice sereno «perché certo della legittimità del parere ambientale rilasciato per la posa temporanea (48 ore) di una banale pedana amovibile di legno, nel pieno rispetto del quadro normativo di riferimento e a tutela del patrimonio naturale autoctono, che è stato rispettato e non ha subìto alcun danno. Il nostro assistito – concludono i legali – ha molta fiducia nella magistratura ed è convinto di poter dimostrare in giudizio la sua completa estraneità all’accusa». Respinge l’accusa anche Antonella Gaio che, secondo il pm, una volta ricevuta l’istanza, l’avrebbe istruita autonomamente in violazione della “Proceduta per il rilascio del nulla osta”. «Premesso che non condividiamo la contestazione mossa dalla Procura – dice il difensore Dario Annunziata – la mia assistita ha lavorato con coscienza e abbiamo molti argomenti da sottoporre all’autorità giudiziaria». Fabrizio Fonnesu è difeso d’ufficio dall’avvocato Giampietro Cocco.

(foto La Nuova Sardegna, S.D., archivio GrIG)