Clik here to view.

Sembra davvero incredibile, ma nel giro di pochissimi giorni dal ritrovamento del lupo intrappolato in un laccio e poi ribattezzato “Valentino” (30 aprile 2020), un secondo lupo è stato preso in trappola e liberato nella giornata del 3 maggio, sempre lungo la recinzione del Ranch di Valentino Rossi, in via delle Vigne a Tavullia, a soli 50 metri di distanza dall’ultimo salvataggio!
Stavolta si tratterebbe di una femmina, che è stata prontamente liberata dalla rete di guardie volontarie dell’associazione Foxes, che collabora con il CRAS della Regione Marche.
La lupa è gravemente ferita, a causa delle lesioni procurate dal laccio metallico, ma per fortuna non è in pericolo di vita, ed è stata anch’essa trasportata al Centro bolognese di Monte Adone, specializzato per la tutela della fauna selvatica e in particolare proprio per i lupi.
“L’azione di un laccio di acciaio è micidiale – spiega il responsabile del Centro recupero animali selvatici, Angelo Giuliani – Come una morsa il gancio si stringe sempre di più mentre l’animale cerca di fuggire: è ovviamente un metodo di cattura del tutto illegale e di una crudeltà assoluta! Per questo abbiamo subito presentato una denuncia penale, aggravata dal fatto che è stato gravemente ferito un animale particolarmente protetto dalla legge. Ho personalmente denunciato il caso anche al CITES nazionale!”.
La cosa strana è che il ritrovamento sia avvenuto due volte a distanza di 48 ore e questo fa pensare a due ipotesi: se il laccio è “vecchio”, è molto probabile che lungo la recinzione della proprietà di Valentino Rossi ce ne siano altri e che non sia stata effettuata la bonifica di tutta l’area. Se invece il laccio è “nuovo”, allora ci troviamo di fronte ad un pericoloso delinquente e recidivo, dotato di grande senso di impunità e di sfregio per la legge e per la vita della fauna selvatica.
Clik here to view.

Diffusasi la notizia, anche lo zoologo Massimo Pandolfi è intervenuto per condannare l’atto efferato e per chiedere l’intervento deciso degli organi inquirenti: “Il posizionamento dei lacci non è una tecnica semplice per dei principianti – spiega lo zoologo -, chi la usa, sa bene quello che fa e conosce perfettamente anche l’alto rischio di morte che può causare”.
Come LAC, LAV, ENPA, la Lupus in Fabula e GRIG, condanniamo fermamente questo ennesimo atto di vile bracconaggio nei confronti di un lupo (Canis lupus), una specie al vertice della piramide biologica tra i mammiferi e quindi un predatore indispensabile per il contenimento degli ungulati e in particolare dei cinghiali, loro preda naturale.
Una specie, quella del cinghiale, che proprio “grazie” all’attività venatoria, negli ultimi anni si è moltiplicata in modo esponenziale, diffondendosi su tutto il territorio nazionale.
Chiediamo quindi agli inquirenti che le indagini si indirizzino verso quegli ambienti interessati al commercio clandestino dei cinghiali, perché è altamente probabile che quei lacci siano stati posizionati per catturare i cinghiali e che i lupi ci siano finiti proprio perché erano sulle loro tracce. Inoltre, chiediamo agli addetti alla sorveglianza del Ranch di Valentino Rossi di controllare lungo tutta la recinzione se siano stati collocati altri lacci o trappole, ed auspichiamo una ferma e decisa condanna da parte dello stesso Valentino Rossi per questi incivili atti di bracconaggio avvenuti nella sua proprietà.
Le nostre associazioni sono comunque pronte a costituirsi come parte civile nel processo a carico del bracconieri, nella eventualità, come speriamo, che essi vengano assicurati alla giustizia.
LAC Marche – LAV Marche – ENPA Pesaro – La Lupus in Fabula – Gruppo d’Intervento Giuridico onlus Marche
Clik here to view.

(foto Il Corriere Adriatico, Raniero Massoli Novelli, S.D., archivio GrIG)