
La notte fra il 19 e il 20 settembre 2019 Sono nate 74 piccole Tartarughe marine (Caretta caretta) nella spiaggia di Cala Sinzias, sulla costa di Castiadas (SU), ai confini dell’Area marina protetta di Capo Carbonara.
Bellissima notizia e non si tratta dell’unico caso di deposizione di uova da parte delle grandi Tartarughe marine sulle coste italiane, dall’Elba a Lampedusa, da Erice a Meta di Sorrento.
Spesso avviene sui litorali sardi: nel settembre 2018 sono nate ben 119 Tartarughine nella frequentatissima spiaggia cagliaritana del Poetto.

Ma bisogna lasciarle in pace ed evitare l’eccessiva curiosità, che disturba la deposizione delle uova.
I nostri mari ora sono più belli e ricchi di vita!
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da Sardinia Post, 20 settembre 2019
Nate 74 tartarughe a Castiadas: la passeggiata notturna verso il mare.
“Lieto evento a Cala Sinzias. 74 piccoli di tartaruga Caretta caretta sono nati tra le 22.30 e le 24 circa del 19 settembre dal nido neo-identificato in una porzione di spiaggia dello stabilimento Lido Tamatete”. Lo scrivono sulla pagina Facebook dell’Area marina protetta di Capo Carbonara, annunciando con soddisfazione la nascita e l’allontanamento in mare delle tartarughine. Sul posto sono intervenuti lo staff dell’Amp Capo Carbonara, che ha seguito la nascita fin dalla segnalazione del primo piccolo emerso, insieme al personale della Capitaneria di porto di Villasimius e il Corpo forestale.

“Presenti alla nascita e alla marcia dei neonati sino all’acqua anche il titolare e lo staff dello stabilimento, che con il loro prezioso supporto hanno permesso anche l’identificazione della camera del nido – si legge ancora sul social network -. Il nido è stato messo in sicurezza e sarà monitorato per i prossimi giorni fino all’ispezione della camera”.
Nel lungo post il personale dell’Area marina ribadisce le istruzioni da seguire. “Resta fondamentale il rispetto delle disposizioni per la salvaguardia della fauna marina protetta – scrivono – chi avvista una tartaruga marina deve evitare di disturbare l’animale mantenendo il silenzio e una distanza di almeno quattro metri dall’esemplare, avendo cura di non posizionarsi mai di fronte per non scoraggiarlo nella scelta del sito. Occorre assolutamente evitare il contatto fisico e contenere il numero degli osservatori al minimo e comunque non superare il numero massimo di dieci osservatori alla distanza di quattro metri. Da evitare l’uso di flash e di sorgenti luminose che alterino le condizioni di luminosità esistenti. L’eventuale uso di torce è consentito solo al termine della fase di deposizione, preferibilmente schermandole con filtro rosso (o drappo di tessuto) ed esclusivamente per facilitare la corretta individuazione del nido per la successiva delimitazione a cura del personale del Corpo forestale regionale. La Rete regionale per la conservazione della fauna marina continua a monitorare i siti in attesa di eventuali nuove schiuse”.

(foto A.N.S.A., da mailing list ambientalista)