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Una nuova specie di Gatto selvatico in Corsica?

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In Corsica sarebbe stato finalmente scoperto il Ghjattu-volpe (il Gatto-volpe), già noto ai pastori còrsi.

C’è sempre un po’ di esaltazione quando si scopre – o si pensa d’aver scoperto – una nuova specie animale, per giunta nel cuore del Vecchio Continente, dove tutto dovrebbe esser già conosciuto e studiato.

Un gattone selvatico che “non è un gatto domestico o un gatto selvatico europeo”, così lo definisce Pierre Benedetti dell’Office Nationale Chasse Faune Sauvage.

In realtà, molto più semplicemente, potrebbe essere il Gatto selvatico sardo (Felis silvestris sarda o Felis lybica sarda o Felis silvestris lybica), dalla classificazione ancora incerta in attesa del completamento delle analisi filogenetiche.

Con elevata probabilità giunse in Sardegna portato dai Fenici (forse anche in epoca antecedente), da lì anche in Corsica, come indicato dal biologo Carlo Murgia.

La cosa importante è che venga efficacemente protetto: distruzione dell’habitat e bracconaggio purtroppo incombono.

Gruppo d’intervento Giuridico onlus

da La Stampa, 19 giugno 2019

Scoperta in Corsica una nuova specie di gatto, il mitico “gatto-volpe” è una realtà.

Guardandolo in fretta potrebbe sembrare un gattone di casa, ma in realtà quello che è stato individuato e catturato in questi giorni sulle montagne della Corsica è una nuova specie di felino, molto più simile al gatto selvatico africano (felis silvestris lybica) che a quello europeo (felis silvestris silvestris).

«In un territorio di 25 mila ettari ne abbiamo individuati 16 esemplari. Ciò di cui siamo sicuri è che non è un gatto domestico o un gatto selvatico europeo. Questo è quello di cui siamo sicuri – spiega Pierre Benedetti dell’Ufficio nazionale francese per la caccia e la pesca -. Le sue caratteristiche, il suo Dna sono differenti».

Dei 16 esemplari individuati, tra cui una femmina, 12 sono stati catturati e taggati e da una prima analisi è emerso che sono lunghi circa 90 centimetri dalla testa all’inizio della coda, hanno dei denti canini particolarmente sviluppati, un pelo grigiobruno molto fitto che impedisce ai parassiti di attecchire, grandi orecchie e una coda folta con colorazione ad anelli.

Una specie non classificata per i ricercatori, ma conosciuta ai pastori corsi che da sempre lo chiamano in dialetto locale “ghjattu-volpe”, ossia il “gatto-volpe”. «Questo animale appartiene alla mitologia dei nostri pastori che ci hanno detto che si attaccherebbe alle mammelle delle capre e pecore lasciando loro graffi evidenti. Da queste storie, tramandate di generazione in generazione, abbiamo iniziato la nostra ricerca» spiega Carlu-Antone Cecchini, responsabile delle foreste Missione all’Ufficio nazionale.

Nel 2008 è stato lanciato un programma di ricerca e nel 2012 gli studiosi sono riusciti capire che il dna di questo felino era diverso dal gatto selvatico europeo, mentre era più simile a quello africano. Grazie a trappole fotografiche nel 2016 sono state mostrate le prime immagini nella foresta di Asco (in Alta Corsica)

Se ci sono ancora molte cose da sapere su questa specie, particolare sulla sua riproduzione e sulla sua dieta, questo gatto potrebbe «essere arrivato ai tempi della seconda colonizzazione umana risalente a circa 6.500 aC. Se questa ipotesi è confermata, la sua origine è mediorientale» spiega Pierre Benedetti.

Ora il vero obiettivo è un altro: che nei prossimi due o quattro anni questo gatto venga riconosciuto come nuova specie e protetto.

Gatto selvatico sardo (Felis lybica sarda)

(foto da Wikipedia)


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