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Calce e martello, come un banale speculatore.

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Torre di Piscinnì

Domus de Maria, Torre costiera di Piscinnì

… metterei mano al Piano paesaggistico regionale, che si è rivelato per quello che era: una sciagura. Ha distrutto il movimento cooperativo, ora letteralmente scomparso insieme a centinaia e centinaia di posti di lavoro. E, soprattutto, ha inserito la retroattività delle norme. Basti pensare a quanto accaduto a una coop a Piscinnì dopo un investimento di 10 milioni di euro. Non è una legge di tutela è una legge di vincoli. Nel ’90, quasi trent’anni fa, a Villasimius ho costruito a 5 chilometri dal mare e ho venduto tutto. Oggi non sarebbe più possibile” (“Il Ppr è stato una sciagura, questa legge sarà anche peggio”, di Vito Fiori, L’Unione Sarda, 11 luglio 2018).

Chi parla così non è uno speculatore immobiliare qualsiasi.

E’ Antonio Sardu, già consigliere regionale e comunale P.C.I. nonchè leader del settore immobiliare sardo della Lega delle Cooperative.

Domus de Maria, baia di Piscinnì prima dell'inizio dei lavori abusivi (1989)

Domus de Maria, baia di Piscinnì prima dell’inizio dei lavori abusivi (1989)

Fra i tanti luoghi dove le sue cooperative hanno dato una seconda (o terza) casa a chi non l’aveva, realizzando così la sintesi fra ideali cooperativistici e interessi speculativi, c’è il complesso “I Borghi”, a Villasimius, mentre non c’è stata la baia di Piscinnì, a Domus de Maria, dove le sue cooperative avevano rilevato un progetto edilizio abusivo.

Calce e martello.

Ecco la storia, così ognuno può farsi un’idea.

Dal canto nostro siamo felici e orgogliosi d’avergli rotto le uova nel paniere e  aver salvato un’incantevole baia con stagno retrodunale immerso nella vegetazione mediterranea sulla costa di Domus de Maria (CA).

demolizione Piscinnì, 1999, bis

Domus de Maria, Piscinnì, demolizione degli abusi edilizi (1999)

Si è trattato di uno dei più devastanti progetti speculativi sui litorali sardi contro il quale le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra hanno condotto un’incessante e durissima guerra a partire dai primi anni ’90 del secolo scorso.

Con sentenza Cassazione penale, Sez. III, 6 giugno 1997, n. 1435, confermativa della sentenza Corte d’Appello di Cagliari, 8 ottobre 1996, n. 634, a sua volta di parziale riforma della sentenza Pretore di Cagliari, 4 dicembre 1995, n. 2183, e con sentenza Pretore di Cagliari, 7 aprile 1995, n. 854 di applicazione della pena su richiesta delle parti è stata ordinata la demolizione e ripristino ambientale delle opere abusivamente realizzate (due moli frangiflutto, opere di viabilità entro la fascia dei mt. 300 dalla battigia, scavi, sbancamenti e viabilità nell’arenile).

Le numerose denunce e ricorsi ecologisti (una ventina nel corso degli anni), l’intervento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (che con D.M. 4 ottobre 1993 annullò l’autorizzazione paesaggistica regionale “in sanatoria” delle opere abusive e con D.M. 16 settembre 1994 fermò definitivamente la ripresa abusiva dei lavori), della Soprintendenza per i beni ambientali di Cagliari (che con nota n. 7164 del 17 giugno 1994 bloccò sul nascere la ripresa abusiva dei lavori), dell’Assessorato regionale EE.LL., Finanze, Urbanistica (che con decreto n. 180/SV del 28 febbraio 1994 annullò in sede sostitutiva, dopo le inadempienze comunali, le concessioni edilizie illegittime) e della Magistratura hanno fermato la lottizzazione Malfatano s.p.a. di 80.000 mc. complessivi con porto turistico nello stagno retrodunale (prima del gruppo Monzino, poi della Lega delle Cooperative e Mutue).

Costa sud-occidentale della Sardegna, Domus de Maria, Stagno retrodunale di Piscinnì

Costa sud-occidentale della Sardegna, Domus de Maria, Stagno retrodunale di Piscinnì

Nel periodo novembre-dicembre 1999 è stata svolta, a cura dei condannati, la demolizione delle opere abusive: oggi la spiaggia, grazie all’azione marina, ha riacquistato il suo aspetto.

Il T.A.R. Sardegna, Sez. II, con la sentenza n. 494 del 16 maggio 2011, ha dichiarato la cessata materia del contendere sul ricorso n. 61/2011 della OPE soc. coop. a r.l. – Compagnia Opere Civili (la Società della Lega delle Cooperative e Mutue che ha incorporato la Malfatano s.p.a.) avverso il Comune di Domus de Maria (CA) con cui si pretendeva di poter dar corso al progetto turistico-edilizio intorno alla spiaggia e allo Stagno costiero di Piscinnì.

Con deliberazione Consiglio comunale n. 16 dell’11 aprile 2011, è stata negata la proroga della vecchia e ormai scaduta convenzione di lottizzazione.

Infatti era entrato in vigore quel piano paesaggistico regionale (P.P.R.) che turba i sonni di cemento di Antonio Sardu.

Sappiano tutti che, come sempre, difenderemo a ogni costo gioielli ambientali come Piscinnì.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

Domus de Maria, baia di Piscinnì

Domus de Maria, baia di Piscinnì. Il mare ha attuato il ripristino ambientale…

da L’Unione Sarda, 11 luglio 2018

«Il Ppr è stato una sciagura, questa legge farà anche peggio».

Antonio Sardu, imprenditore: da rivedere i vincoli delle norme paesaggistiche. «Il Ppr è stato una sciagura, questa legge farà anche peggio». (Vito Fiori)

«Bandi, graduatorie e poi la decisione politica per dirti se devi costruire oggi o fra dieci anni. Così, chi ha investito denaro sui terreni, si ritrova davanti alla peggiore delle situazioni: l’incertezza. Prima, per le zone di espansione vicine al centro abitato, il progetto si portava in consiglio comunale, con questa nuova legge no. È assurdo».
Antonio Sardu, 70 anni, imprenditore con trascorsi da consigliere regionale e comunale nelle file del Pci, è un fiume in piena. «Ma le pare ammissibile che se io voglio realizzare qualcosa debba essere costretto a rivolgermi a qualche politico? Perché le procedure previste nelle nuove norme a questo ti portano». La proposta della giunta Pigliaru sull’urbanistica non gli piace. «Si continua a parlare di vincoli e di salvaguardia. Io sono d’accordo, ci mancherebbe pure, con la tutela dell’ambiente, dei beni identitari e storici, che ci sia una distanza tra questi e le nuove costruzioni. È giusto. Ma prima vediamo quali sono questi beni identitari, perché se nell’elenco si mettono, giusto per farle un esempio, anche le chiese edificate cinque anni fa non mi sta più bene».

Cormorano (Phalacrocorax carbo)

Cormorano (Phalacrocorax carbo)

Lei cosa farebbe?
«Intanto metterei mano al Piano paesaggistico regionale, che si è rivelato per quello che era: una sciagura. Ha distrutto il movimento cooperativo, ora letteralmente scomparso insieme a centinaia e centinaia di posti di lavoro. E, soprattutto, ha inserito la retroattività delle norme. Basti pensare a quanto accaduto a una coop a Piscinnì dopo un investimento di 10 milioni di euro. Non è una legge di tutela è una legge di vincoli. Nel ’90, quasi trent’anni fa, a Villasimius ho costruito a 5 chilometri dal mare e ho venduto tutto. Oggi non sarebbe più possibile».
Suggerimenti alla politica?
«Ripeto, cancellerei subito la retroattività delle norme. Altrimenti i nostri consiglieri regionali devono trovare il coraggio di dire che in Sardegna non si può più fare nulla. Il segretario della Cgil Carrus, che dovrebbe avere a cuore il futuro della Sardegna, sostiene che l’urbanistica è un problema secondario e che la Regione dovrebbe puntare sulle politiche del lavoro. Ma che lavoro può essere creato con queste norme? Si riempiono tutti la bocca con il turismo, tirando fuori numeri per affermare che nell’Isola sono tornati i grandi flussi che sembravano dimenticati».
Non è così?
«Sono stupidaggini. La verità è che noi stiamo intercettando i turisti che fino a qualche anno andavano nel nord Africa e che oggi, per il timore degli attentati terroristici, hanno cambiato destinazione. Mi preoccupa, semmai, il fatto che si gioisca per il ritorno nell’Obiettivo 1. Stiamo tornando indietro dopo anni di scelte politiche sbagliate, come si può esserne felici?».

macchia meditarranea (ginestre, olivastri, cisto)

macchia meditarranea (ginestre, olivastri, cisto)

Da consigliere regionale ha avuto modo di lavorare con Luigi Cogodi, rimpianto assessore all’Urbanistica, cosa è cambiato da allora?
«Tutto, e radicalmente. Lui era aperto e la sua legge (la 45/89, ndr ), che ha posto fine alle speculazioni edilizie sulle coste, è stata approvata dopo aver sentito tutti. Ha impiegato un anno e mezzo per la stesura. Giusto per intendersi, Soru ci ha messo quindici giorni per il suo Ppr. Pensato da lui e avvallato dalla sua maggioranza dalla quale, nonostante ci fossero molte divergenze, non è stata pronunciata una parola per accennare anche la minima osservazione. Adesso arriva questa proposta messa su da quattro dirigenti con l’intento di assestare il colpo finale all’urbanistica sarda».
Perché questo pessimismo?
«Il mio è realismo. L’articolo 29 racchiude quanto le dico. Prevede un “dibattito pubblico per le opere di grande impatto”. Quindi, porti e aeroporti, strade e ferrovie, infrastrutture varie e opere di importi superiori ai 50 milioni di euro. Ora, a prescindere dalla demagogia di uno strumento simile, che peraltro non è consultivo ma vincolante, trovo sia piuttosto difficile coinvolgere la grande massa dei cittadini del territorio interessato. Più facile che a partecipare a questi “dibattiti” saranno le associazioni ambientalistiche che, per loro natura, sono contrarie a qualsiasi intervento infrastrutturale. La conseguenza è evidente così come i danni per i sardi».
In sintesi, questa legge non deve essere approvata.
«No, nel modo più assoluto. Mi preoccupa che Soru continui ad avere ancora tanta influenza sulle politiche del Partito democratico. Finché c’è lui, sarà impossibile rivedere il Ppr e pensare di migliorare il governo del territorio. Le sue pressioni hanno fatto eliminare l’articolo 43 della nuova legge, l’unica parte in cui si intravedeva un’ipotesi di sviluppo turistico».

 

Domus de Maria, Piscinnì, spiaggia

Domus de Maria, Piscinnì, spiaggia con bovini allo stato brado

(foto S.D., archivio GrIG)


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