
forca
Noura Hussein è una ragazzina e vive in Sudan.
Noura Hussein è stata condannata a morte per impiccagione.
Quando era solo una bambina di 13 anni venne promessa in moglie dai genitori a un parente ben più grande di lei.
A 15 anni venne fatta sposare. Poi fu costretta a subire atti sessuali. Un giorno reagì e uccise il consorte stupratore.
Il Tribunale di Omdurman, centro sul Nilo vicino alla capitale Khartoum, l’ha condannata a morte per impiccagione.
Sosteniamo e sottoscriviamo la petizione al Presidente del Sudan Omar Hassan al Bashir per chiedere la grazia e la liberazione di Noura: facciamolo ora, domani potrebbe essere troppo tardi!
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
si firma qui: https://www.change.org/p/presidente-del-sudan-omar-al-bashir-salviamo-noura-hussein-sposa-bambina-condannata-a-morte

Iris planifolia
Salviamo Noura Hussein, sposa bambina condannata a morte in Sudan.
Italians for Darfur ha lanciato questa petizione e l’ha diretta a Presidente del Sudan Omar al Bashir
Noura Hussein aveva 13 anni quando i genitori la promisero in moglie a un cugino di secondo grado con il doppio dei suoi anni. Grazie all’intervento di una zia, alla quale la ragazzina aveva chiesto aiuto, e’ riuscita a ritardare di tre anni il compimento del suo destino. Tornata a casa con l’inganno, Noura fu costretta a sposarsi e consegnata al suo carnefice dalla sua stessa famiglia. La prima volta è stata violentata dall’uomo con l’aiuto dei suoi familiari, chiamati a verificare che da quel momento fossero marito e moglie anche di fatto. Quando il giorno dopo stava per ripetersi la stessa violenza la sedicenne si è difesa e impugnato un coltello pugnalò il consorte. Noura oggi ha 19 anni e giovedì 10 maggio un tribunale di Omdurman, città gemella della capitale Khartoum sull’altra sponda del Nilo, l’ha condannata a morte per aver ucciso il suo stupratore.
Il suo avvocato, Adil Mohamed Al-Imam ha presentaro un ricorso ma se non venisse accolto Noura finirà sul patibolo per essere impiccata.
Raccogliamo quante più firme possibile da inviare al presidente del Sudan Omar Hassan al Bashir per chiedere la grazia e la liberazione di Noura

Cisto (Cistus)
da Il Fatto Quotidiano, 11 maggio 2018
Sudan, sposa bambina condannata all’impiccagione: ha ucciso il marito-stupratore.
Noura Hussein aveva 13 anni quando è stata data in sposa a un suo cugino che aveva il doppio dei suoi anni. Per difendersi dall’ennesima violenza l’ha accoltellato. E’ stata condannata alla pena di morte ed è detenuta in catene nella prigione femminile di Omdurman. Su Change.org l’appello per chiederne la liberazione.
A 13 anni i genitori l’hanno data in sposa a un suo cugino di secondo grado, che aveva il doppio dei suoi anni. E a fronte dell’ennesimo tentativo di stupro l’ha accoltellato, uccidendolo. Lei è Noura Hussein, che oggi ha 19 anni ed è in carcere, in catene, nella prigione femminile di Omdurman in Sudan in attesa dell’impiccagione. A consegnarla alla polizia sono stati gli stessi famigliari. Su Change.org è stata lanciata una petizione per chiedere la liberazione della ragazza.
“Lei – spiega Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur – si è opposta con tutte le sue forze” alle violenze “ma non è bastato. Quando per sottrarsi all’ennesimo stupro si è difesa con un coltello uccidendo il suo carnefice è stata consegnata alla polizia dalla sua famiglia e sarà condannata a morte”. Gli avvocati di Noura, Adil Mohamed Al-Imam e Mohaned Mustafa Alnour, “con il quale abbiamo già collaborato per il caso di Meriam Ibrahim, la donna incinta all’ottavo mese salvata dalla condanna a morte per apostasia, hanno già presentato un ricorso – sottolinea Napoli, che è in diretto contatto con i legali – ma se non venisse accolto Noura finirà sul patibolo per essere impiccata”.
Per la presidente di Italians for Darfur “la storia di questa sposa bambina è terribile. Eravamo d’accordo di non parlare del caso fino alla sentenza. Quando nel 2012 venne celebrato il matrimonio religioso, grazie all’intervento di una zia, a cui la ragazzina aveva chiesto aiuto, non fu ‘consumato’. Due anni dopo, tornata a casa dei genitori, Noura fu costretta a sposarsi anche legalmente. Consegnata al suo carnefice dalla sua stessa famiglia è stata violentata dall’uomo con l’aiuto dei suoi familiari, chiamati a verificare che da quel momento fossero marito e moglie anche di fatto. Quando il giorno dopo stava per ripetersi la stessa violenza la quindicenne si è difesa e impugnato un coltello pugnalò il consorte”. Giovedì scorso “un tribunale di Omdurman, città gemella della capitale Khartoum sull’altra sponda del Nilo, l’ha condannata a morte per aver ucciso il suo stupratore. Raccogliamo quante più firme possibili da inviare al presidente del Sudan Omar Hassan al Bashir per chiedere la grazia e l’immediata liberazione di Noura”, conclude l’appello.

Oxalis pes-caprae
(foto da mailing list sociale, S.D., archivio GrIG)